una poesia

Ogni cosa nasce da un'idea, tutte le invenzioni hanno seguito questo corso, ma la poesia, invece, prende vita dal cuore e poi si nutre di idee.

martedì 11 febbraio 2014

La porta della vita


E una volta entrato nella porta della vita,
che così arduamente andai cercando,
per anni la mirai,
ma me la trovai dinnanzi solo quando la dimenticai.

Intrecci di ricordi,
come confuso archivio,
mi immaginavo nella mente,
ma eran lì, e lì li vedevo.

Mi avevan detto di non aprir quella porta,
di non averne il coraggio,
ma tanto il desiderio di riviver il passato,
che andai.

Luci ed ombre mi scrutavan dalle balconate,
teatro del quale io ero burrattino,
E rivissi ciò che avevo vissuto,
in quella sala che indietro di andar mi permetteva.

Tanto il corggio o la curiosità che sia, vi rimasi a lungo,
più che mai intenzionato a ripercorrere quei passi lontani,
più che mai così vicini.

E il passato infuse nel corpo voglia di conoscer il futuro,
così che venni soddisfatto.

Ricordavo che m'avevan avvertito di star lontano da quella porta,
di non cercarla e di non entrarvi,
ma ero lì oramai e non volevo tornar indietro da quella sala,
che nel momento stesso mi rallegrava e mi incuteva timore.

Addolorato fui, alla vista del futuro che aveo davanti,
cosicchè cercando di fuggire,
la porta non s'apriva, nè intendeva lasciarmi scappare.
Pieno controllo di me possedeva.

Perciò in quella sala
mi ritrovai conoscitore del passato,
ma privo del futuro e spogliato del presente mio.


Francesco Moncini


lunedì 10 febbraio 2014

L'errore

Cadiamo in errore quando pensiamo che non ci sia bisogno di scoprire e che sia necessario limitarci a ciò che già è stato scoperto.

Francesco Moncini

sabato 8 febbraio 2014

Canta il soldato

Canta il soldato un canto di gloria,
scende sul campo, odore di sangue nelle narici,
schierato con gli altri ascolta il superiore,
marionetta omicida nelle sue mani.

Canta il soldato sempre più forte,
risuona il corno nella radura,
trombe e bandiere caricano l’animo,
urla di guerra fra la fanteria.

Canta il sodato, arco nella mano,
invoca preghiere,
che la sua freccia trafigga il nemico, non gli lasci scampo alcuno,
soffocato si getti ai suoi piedi.

Canta il soldato, treman le sudate mani,
troppi fucili hanno portato;
fianco che non conosce che pugnale,
occhi che il sangue.
Canta il soldato, vede il nemico,
o è vita o è morte,
non sta a lui decidere.

Si getta nella mischia, lunga lama lo assale,
cade con gli altri,
si confonde nell'immensità della piana,

come fiocco di neve che si uniforma e si scioglie.



                                                                                           Francesco Moncini     

      

                                                                      

venerdì 7 febbraio 2014

Una passione

Una passione, per essere definita tale, deve rimanere una passione. Se si trasforma in lavoro, perde quel pzzico di autenticità che prima la contraddistingueva, e il tuo rapporto con essa muta.


Francesco Moncini

A te

Quando son nato i miei occhi han rifiutato la luce,
han preferito il tuo candido viso
che subito con parole dolci mi ha accolto e rassicurato,
mi diceva di stare tranquillo,
ma senza di te non lo sarei mai stato.
Ansimavo nella culla cercando un appiglio,
la tua calda mano è venuto in mio aiuto e non l’ho più lasciata:
Mamma.



Francesco Moncini      






giovedì 6 febbraio 2014

Quel "tutto"

Se una mattina mi svegliassi,
e m’accorgessi d’aver un paio d’ali,
mi librerei nel cielo limpido
e seguirei gli uccelli, che l’aria fresca tutti i giorni assaporano.
Ma non potrei guardare in basso, per veder l’uomo,
che misero crea danno,
questo no, un brutto spettacolo m’ è d’innanzi.
Ansimo fra le nuvole, non ce la faccio,
tiro un sospiro e mi calo giù, nella sofferenza dei giorni, nella strada,
pensando che prima potevo veder tutto,
e quel tutto m’è bastato.


Francesco Moncini               
                 



                                       

mercoledì 5 febbraio 2014

Piume candide

Dall’alto di quel ramo del ciliegio, che tanto ricorda il passato,
fusto erto al cielo, che non vien piegato dal perpetuo vento,
stride il legno, stanco del peso della giornata.
Caro albergatore degli usignoli, dei passerotti che cercan la mamma,
torna col pasto nel becco, tua foglia come coperta.
Colori si mischiano nel prato, l’azzurro dietro.
E il giorno che te ne andrai, ciliegio,
tristi lacrime scenderanno, e intorno a te,

solo piume candide.

                                                                                                
                                                                            Francesco Moncini                                             



  

Un mix di sentimenti

Le poesie sono dei pezzi di storia riguardanti qualsiasi cosa, tutto può ispirare a tutto, creando dei collegamenti che spaziano fra diverse emozioni, che riunite fra loro formano "la poesia": un mix di sentimenti che rimangono.

Piccola anima sola

Foglia,
piccola anima sola e impotente
qualcun altro per te scrive il destino,
come nascere e sapere già quando arriverà l’estrema ora,
non sofferenza maggiore che questa.

Foglia, che cambi colore nell’anno,
prima verde, ti mimetizzi nel prato,
poi arancione, rossa, infine marrone,
quando seguirai le tue compagne in letargo,
un letargo che non promette risveglio.

Foglia, il gelo stacca per te un biglietto di sola andata,
quanto vorrei che tu potessi risalutarmi a Marzo, o ad Aprile,
ma so che per te sarà già tutto finito.

Tristemente ti congedo in questa fredda sera di Novembre,
manchi solo tu, raggiungi le tue amiche ,
che ti cercano, ti han persa.
Intanto guardo il tuo albero:

adesso più che mai nudo senza di te.                    



Francesco Moncini            




                                                                                    

martedì 4 febbraio 2014

la felicità


“Nonno, cos’è la felicità?
i miei amici mi hanno detto che è avere l’ultimo modello di un gioco,
possedere tante cose,
volere sempre di più”.
“Caro nipote,
la felicità è qualcosa che non si tocca con mano,
non si vede con gli occhi,
non si sente col gusto,
e non ha odore.
La felicità si percepisce solo dal cuore.
È una situazione impareggiabile,
che ha anche un’altra caratteristica.”
“Quale, nonno?”
“La felicità si prova solo quando gli altri sono felici.”
“Nonno, tu sei felice adesso?”

“Si, perché tu lo sei.”

                                                                                                            
Francesco Moncini


     

Lei

E allora sì che la vidi
Tutta d’un pezzo dinnanzi ai miei occhi
con la sua naturale bellezza
la sua pelle candida e lucente
i capelli scomposti sulla fronte,
ma intravidi qualcosa di diverso che la turbava:
non splendeva più come un tempo
quando i suoi occhi irradiavano il mondo
il suo sorriso mi sollevava
cupa e triste era diventata
come il fiore che germoglia e poi appassisce in autunno
pensando che forse non ci sarà un'altra primavera.
“Mi han cacciata dal mio paese,
non ho un soldo in tasca
i miei figli mi hanno abbandonata
non ho motivo per vivere”.

E fu quel giorno che capii che non si ferisce con l’arma.


Francesco Moncini

per un altro giorno


Sole levante, tutti i giorni impietrito
nella tua splendenza miri gli uomini soli,
li osservi senza dir parola dall’alto dei tuoi candidi raggi di fuoco.
Là te ne stai, dove non si può venire a prenderti:
compi un ciclo nella tua vita infinita,
ma lì rimani, sempre lì.
Ti guardo, ti contemplo, ti chiedo un consiglio dal cuore.
Non puoi far nulla per noi,
povere creature peccatrici,
schiavi tuoi e della tua luce salvatrice;
anche se so che mi aiuti da lassù:
mi illumini la strada da seguire, il tuo animo mi consola e
la sera non ti voglio lasciar andar via,
anche se so che domani ci sarai,
per dirmi di nuovo “buongiorno” dal profondo della tua mutezza,
quando ti farà posto la luna.            




Francesco Moncini