Dall’alto di
quel ramo del ciliegio, che tanto ricorda il passato,
fusto erto
al cielo, che non vien piegato dal perpetuo vento,
stride il
legno, stanco del peso della giornata.
Caro
albergatore degli usignoli, dei passerotti che cercan la mamma,
torna col
pasto nel becco, tua foglia come coperta.
Colori si
mischiano nel prato, l’azzurro dietro.
E il giorno
che te ne andrai, ciliegio,
tristi
lacrime scenderanno, e intorno a te,

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